Oggi comincia una nuova avventura per Antonio Giovinazzi. Dopo la Formula 1 passa al campionato elettrico, che comincia ad Ad-Diriyah, alle porte di Raid, in Arabia Saudita; Antonio debutta con la scuderia di Dragon Penske, quella che fino due stagioni fa era sponsorizzata dall’italiana Geox.
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Giovinazzi è pronto per questa nuova avventura con la Formula E? Risponde che pronto è un parolone, anche perché per il tempo che ha avuto non può dire di esserlo al 100%; il feeling con la macchina ancora non l’ha trovato. In Inghilterra ha fatto tanto simulatore, ma non di più, perché la Formula 1 è terminata a dicembre. Il simulatore è importante soprattutto per conoscere la pista, ma non è certo la stessa cosa che stare in macchina; ha avuto poco tempo ma ha fatto il massimo. Il circuito saudita è un cittadino molto veloce, come lui stesso ha confermato; gli altri piloti hanno detto che si tratta di uno dei più difficili.
Che idea si è fatto Giovinazzi della Formula E? A primo impatto quello di un ambiente un po’ rilassato, rispetto a quello della Formula 1. Si tratta di un campionato molto competitivo. Gli piaceva già il fatto che, ad ogni gara, ci fossero un pilota ed un team di vincitori diversi. Conosce la maggior parte dei piloti e sa che sono tutti molto bravi. I migliori? Ce ne sono tanti, secondo lui. Tra cui quelli che hanno vinto il campionato negli ultimi anni, come Antonio Felix Da Costa, Nyck DeVries, Jean-Eric Vergne e Stoofel Vandoorne. Qui è più difficile trovare qualcuno che non va, quasi tutti hanno vinto, e hanno dimostrato di andare alla grande in tante categorie. Se ti piace anche il calcio, ecco un articolo che parla di Nicolò Zaniolo.
Che cosa ha convinto Giovinazzi alla Formula E? Quando a metà novembre sapeva che non sarebbe più stato nella griglia della Formula 1 aveva due obbiettivi ben chiari: quello di continuare a correre per mantenersi motivato e quello di far parte di un campionato competitivo e stimolante come è la Formula E. Aspettative riguardo il prossimo campionato? È vero che ad ogni E-prix vince un pilota diverso, però è anche emerso che l’esperienza conta molto. È quello che dicono e che ripetono molti piloti della Formula E. È una cosa che ha notato e che afferma un po’ gli preoccupa. Serve tempo per adattarsi a queste macchine e a questo campionato, dove tutto è molto diverso. È difficile che uno come arriva sia subito a mille, ed è per questo che vorrebbe cominciare con i piedi per terra; solo quando sentirà il controllo della macchina, allora potrà scegliere degli obbiettivi; per ora non vuole esagerare e si llimita a cercare un approccio di studio.